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Che cosa è la psicomotricità e l’educazione psicomotoria

del Prof. Michele Levy


La psicomotricità non è un fatto di costume o una moda.

Ci deve essere una concezione dell’ educazione globale, ad ogni bambino deve essere data la possibilità di sviluppare nel miglior modo le sue capacità e la sua indipendenza ed autonomia.

La psicomotricità è un metodo educativo globale da proporre e necessario ad ogni bambino.

Con il termine psicomotricità si intendono svariate attività collegate in modo progressivo l’ una all’ altra.

L’ educazione psicomotoria deve far parte delle attività educative, anzi deve essere una parte necessaria e fondamentale dell’educazione.

Bisogna quindi riconsiderare la concezione di educazione e di sistemi educativi: bisogna partire dalla centralità del bambino, dai suoi bisogni in dipendenza della sua età.

Il suo conoscere, sperimentare ed apprendere attraverso il corpo, la sua educazione corporea è quindi una tappa, se non la Tappa, determinante della sua educazione.

Infatti è attraverso, e con il corpo, che compie le sue prime operazioni, che affronta le prime situazioni, che si misura con la realtà.

Ma quale realtà, quale mondo?

1.  Il suo mondo, il mondo del suo corpo, il mondo dell’ IO.

2.  Il mondo intorno a lui, al di fuori di lui, il mondo fisico delle cose, il mondo dello spazio e del tempo.

3.  Il mondo sociale, il mondo dell’ altro, il mondo degli altri ed il mondo del noi.

Questo processo di conoscenza e di crescita avviene sempre attraverso, e con  l’ uso del proprio corpo, e la sua presenza nella realtà globale sarà sempre garantita dalla sua corporeità.

Quindi l’ educazione del bambino è, e deve essere, costruita sul vissuto.

C’è una stretta relazione e dipendenza tra lo sviluppo motorio, intellettivo ed affettivo.

Tutto quello che facciamo, proviamo, creiamo è inseparabile dal nostro corpo.

La conseguenza è  educare globalmente, corpo e mente, anzi ancor meglio attraverso il corpo ed il suo utilizzo.

Il corpo deve essere considerato la sorgente di ogni nostra attività e il mezzo attraverso cui ci poniamo in relazione con il mondo esterno.

 


Perchè una attività psicomotoria all’ interno

della scuola dell’infanzia?

 

Negli ultimi anni l’ educazione psicomotoria  ha determinato intorno a se un forte interesse.

Questa attività, nata come supporto e come intervento mirato nel campo del recupero di soggetti  handicappati ( sia fisici che psichici ) in età pre-scolare e scolare, dando ottimi risultati, ha allargato il suo campo di attuazione, sorretta dalle teorie di Freud, Wallon, Piaget, Papvol, Bernstein e Ajuriaguerra,arrivando a trovare spazio nell’ insegnamento all’interno delle scuole materne adesso scuole dell’infanzia

Questa “ nuova “ operatività dell’ attività psicomotoria trova attuazione all’ interno dei nuovi ordinamenti, dove è stata riconosciuta la centralità del corpo nel processo di sviluppo dell’infante.

Negli anni che il bambino trascorrono all’interno della scuola dell’infanzia attraverso la sperimentazione motoria si pongono le fondamenta della sua conoscenza  e apprende ed interiorizza i concetti base spaziali e temporali, quindi chi vuole educare deve tenere conto del corpo e del movimento.

Troppe volte la nostra cultura ci ha portato ha commettere degli errori educando pensando esclusivamente all’ intelletto dimenticando che l’ uomo è una unità inscindibile di mente e corpo.

Il pensiero è l’ uso attivo dell’ intelligenza e l’ intelligenza si esprime attraverso varie modalità e trova in un corpo duttile, dai sensi bene esercitati, il veicolo per manifestarsi.

Questo conduce a rifiutare la gerarchizzazione fra le diverse forme di pensiero (pensiero motorio, pensiero visivo, pensiero uditivo, pensiero manipolativo, pensiero grafico, pensiero logico, pensiero sociale) e a porre l’ accento, nei primi anni di scuola, in quella fase delicata in cui vengono maturando le strutture operative, anziché sulla trasmissione culturale, sull’ allenamento del pensiero per mezzo dell’ azione che progressivamente si interiorizza, dell’ esercizio psicomotorio e della vita di gruppo".


Quali sono le finalità di un intervento psicomotorio ?

 

Il compito dell’ esperto e l’ obiettivo del bambino non è l’acquisizione di abilità motorie, di gesti tecnici precisi, “ corretti “ e il più perfetti possibili ma l’ apprendimento di processi mentali-logici attraverso il vissuto motorio.

Attraverso questi processi il bambino sarà condotto a conoscere e a saper mettere in atto successivamente delle risposte motorie corrette.

Avere sempre un controllo dello spazio e del tempo necessari per lo svolgimento della azione e per la riuscita della stessa, creare delle interazioni positive tra il suo Io interno e il mondo circostante.

Questo sperimentare mette il bambino in condizione di dover pensare, elaborare, provare per raggiungere la risposta più idonea, conveniente, economica e corretta.

A livello metodologico si lavorerà sulla messa in situazione del bambino, la presa di coscienza da parte del bambino della risposta necessaria in una certa situazione.

Quindi l’ attività sarà proposta al bambino attraverso delle situazioni problema da risolvere, e lo si stimolerà al confronto continuo con le diverse risposte che si possono dare alla medesima situazione al fine di trovare la più corretta, le attività quindi non saranno già codificate in tutte le sue parti dove si deve solo migliorare la tecnica esecutiva.

Da queste semplici e brevi considerazioni emergono le finalità della nostra attività di psicomotricità:

Mettere in condizione il bambino di percepire lo spazio ed il tempo e, attraverso la conoscenza di questi, di muoversi ed interagire con il mondo interno ed esterno.

Aumentare le esperienze in campo senso-motorio dei bambini all’ interno della scuola materna.

Collaborare, completare ed integrare l’ attività che i bambini svolgono normalmente in sezione attraverso la sperimentazione pratico-motoria di problemi che trovano a livello intellettivo, logico e che purtroppo troppo spesso vivono solo a livello figurativo o grafico.