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ANTICIPO SI', ANTICIPO NO...


DIFFICILE DECISIONE PER I GENITORI

Con l’apertura delle iscrizioni alla scuola primaria,  per i genitori di bambini che compiranno 6 anni entro il 30 aprile successivi, significherà porsi un dilemma: è giusto o sbagliato iscrivere a scuola bambini di cinque anni e mezzo?


Cosa significa saltare l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e iniziare la vera e propria scuola dell’obbligo?


Per rispondere, bisogna tenere presente che iniziare la primaria comporta una serie notevole di cambiamenti che non vanno sottovalutati e riguardo aspetti non solo cognitivi, ma anche – e soprattutto – psicologici. Il fatto che, per esempio, un bambino sia già “avanti” nel leggere, scrivere, contare e – magari – anche usare il PC, infatti, non vuole dire che sarà pronto anche da un punto di vista emotivo, sociale ed affettivo ad affrontare:

1.       un diverso tipo di rapporto con insegnanti e compagni (per lo più nuovi e più grandi poiché non tutti i bambini sono anticipatari);

2.       un diverso modo di stare in aula (tante ore di seguito seduti in un ambiente organizzato in un modo a cui non sono abituati);

3.       la richiesta di un maggiore grado di autonomia, di attenzione e di capacità organizzativa;

4.       uno studio e un apprendimento che diventano più strutturati e formalizzati, poiché sono fatti anche di regole, spiegazioni, verifiche, compiti a casa…

Siamo in un’epoca dove gli adulti sono così abituati a correre che corrono anche quando non ce ne sarebbe bisogno, ma occorre assolutamente evitare che la fretta porti a bruciare troppo velocemente le tappe relative allo sviluppo dei bambini, che, invece, hanno tutto il diritto di vivere la loro vita seguendo ritmi naturali e più rilassati.

Un genitore è, spesso, assalito dall’ansia di non fare abbastanza per i propri figli, di non dare loro tutte le opportunità che meriterebbero e farebbe di tutto per garantire loro un futuro di successi in ogni campo.

Sicuramente, un po’ inorgoglisce leggere stupore e ammirazione sui volti di persone che ascoltano una bimba di 3 anni cantare e contare anche in inglese e anche alla rovescia…! Non troppo intenzionalmente, probabilmente, i suoi genitori l’hanno fatta crescere pensando che la matematica e la musica siano ovunque e facciano parte delle nostre giornate e, perciò, le viene naturale contare gli scalini o i biscotti e canticchiare in inglese. Per lei è un gioco ed è giusto sia così, perché l’apprendimento deve rimanere un gioco finché i bambini non sono pronti a fare il grande salto nel mondo dei grandi (anche se l’entusiasmo e la curiosità per ciò che li circonda dovrebbero rimanere sempre vivi).

Occorre ricordare, allora, che i bambini sono bambini e che, a prescindere dalla legge:

§  la vita non è una gara a chi arriva primo e i figli non sono trofei;

§  bisogna pensare alla serenità dei bambini;

§  ogni bambino ha i suoi tempi – che vanno rispettati – e non si devono né possono fare paragoni;

§  il gioco è il “lavoro” dei piccoli, perciò non va sottovalutato, né considerato una perdita di tempo, perché, anzi, è un diritto.


Ma quali motivazioni spingono i genitori degli anticipatari?


§  La possibilità di far guadagnare un anno ai loro bambini (che, quindi, potranno finire prima il percorso scolastico e universitario ed entrare prima nel mondo del lavoro);

§  la possibilità di essere maggiormente stimolati dalla presenza di compagni più grandi;

§  il timore che i figli possano annoiarsi, soprattutto se hanno iniziato precocemente anche la scuola dell’infanzia e si trovano ad interagire con bambini in maggioranza più piccoli;

§  ragioni di carattere economico.


Quali sono i rischi se il passaggio alla primaria è prematuro?


§  Problemi dell’apprendimento e del comportamento legati anche ad un immatura capacità di concentrazione e ad una facile distraibilità;

§  ansia, stress, stanchezza e irritabilità anche dovuti all’incapacità di adattarsi al nuovo ambiente e di restare seduti tanto tempo;

§  frustrazione, demotivazione e riduzione della fiducia in sé stessi, causata dal non farcela a raggiungere i risultati attesi e a soddisfare le aspettative di insegnanti e familiari.

In conclusione, non esiste una regola. La possibilità di andare alla scuola primaria come anticipatari può davvero rappresentare un’opportunità, ma a patto che il passaggio sia naturale e avvenga senza traumi. La decisione spetta ai genitori, ma potrebbe essere utile confrontarsi anche con le insegnanti della scuola dell’infanzia che seguono il bambino e che potrebbero dare un parere sul suo grado di preparazione, maturità e sviluppo, a prescindere dall’età anagrafica.