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Pilastri della proposta educativa attuata dalla Scuola dell’Infanzia “Speri Castellini” sono i valori cristiani e gli elementi cardine della sua identità istituzionale e pedagogica. Essa viene redatta dal Collegio Docenti e condivisa con il personale ausiliario, il CdA e i Soci. E’ rivolta ai bambini e alle famiglie, residenti e non sul territorio, che ne facciano richiesta e che ne condividano i contenuti. 

Al centro della proposta vi è l’idea di un bambino competente (E. Goldschmied), soggetto attivo della relazione educativa, potenzialmente autonomo e capace di scegliere ciò che può esprimere e vuole fare in un contesto stimolante, allestito ad hoc  e caratterizzato dalla relazione privilegiata e di fiducia con l’adulto di riferimento. I bambini sono dotati di straordinarie potenzialità di apprendimento e di cambiamento, di molteplici risorse affettive, relazionali, sensoriali, intellettive che si esplicitano in uno scambio incessante con il contesto culturale e sociale. Ogni bambino è soggetto di diritti e prioritariamente porta in sé quello di essere rispettato e valorizzato nella propria identità, unicità, differenza e nei propri tempi di sviluppo e di crescita. Ogni bambino, individualmente e nella relazione con il gruppo, è portatore di una sensibilità ecologica verso gli altri e verso l’ambiente ed è costruttore di esperienze a cui è capace di attribuire senso e significato. Il bambino, come essere umano, possiede cento linguaggi, cento modi di pensare, di esprimersi, di capire, di incontrare l’altro attraverso un pensiero che intreccia e non separa le dimensioni dell’esperienza.

I cento linguaggi sono metafora delle straordinarie potenzialità dei bambini, dei processi conoscitivi e creativi, delle molteplici forme con cui la vita si manifesta e la conoscenza viene costruita.

I cento linguaggi sono da intendersi come disponibilità che si trasformano e si moltiplicano, nella cooperazione e nell’interazione tra linguaggi, tra bambini e tra bambini e adulti. È responsabilità della scuola dell’infanzia valorizzare tutti i linguaggi verbali e non verbali, accreditando loro pari dignità.

La cura, infine, è l’elemento comune ad ogni scelta, azione e parola che si  pone in essere per la realizzazione  della proposta.

Le dimensioni della cura sono due: quella fisica e materiale e quella emotiva; essa implica la volontà di protendersi verso l’altro, l’esistenza di una relazione significativa e la ferma convinzione che il bambino ne è  un partner attivo.

Il Collegio Docenti, a seguito delle osservazioni compiute durante il periodo dell’ambientamento, alle esigenze emerse dai gruppi classe e alla necessità di attuare un raccordo scuola-famiglia e scuola dell’infanzia-scuola primaria, anche da un punto di vista progettuale, sceglie di orientare la proposta educativa verso la scoperta, l’osservazione e la comprensione della realtà, delle sue dinamiche e delle sue mille sfaccettature.

Le condizioni affinché la proposta possa essere sviluppata sono:

consapevolezza di una corresponsabilità educativa tra Ente gestore, Soci, Collegio Docenti e famiglie che possa essere strumento di reciproco arricchimento e crescita;
professionalità del personale educativo e ausiliario, periodicamente aggiornata;
disponibilità di ambienti attrezzati ampi e adeguati al gruppo classe, sia interni che esterni;
varietà di materiali e attività ludiche;
valorizzazione e coinvolgimento delle risorse esistenti sul territorio.

All’inizio di ogni anno, la Coordinatrice e le insegnanti valutano un input tematico che possa essere sviluppato durante tutto l’anno scolastico ed essere uno stimolo per le tante proposte, curricolari e non, presentate dalla Scuola con l’intento di coinvolgere i bambini in modo globale, sia da un punto di vista cognitivo, che affettivo e relazionale, facendogli vivere in prima persona esperienze significative che possano “aiutarli a fare da soli” (M. Montessori).

 

Per realizzare tutto ciò, avrà grande importanza:

il periodo dell’ambientamento, momento delicato di passaggio che vede protagonisti bambini, famiglia ed insegnanti al quale è dedicato il “Progetto Accoglienza”;
la presenza dell’insegnante di riferimento, scelta educativa di metodo: essa dona, al bambino, sicurezza e protezione agevolando sviluppo di relazioni significative e stabili e garantendo continuità nelle esperienze e, alla famiglia, dà un referente certo con il quale dialogare permettendo la creazione di un buon rapporto di fiducia;
la quotidianità in sezione, luogo di vita comunitaria e di relazione: qui il bambino viene a contatto con un primo esempio di socialità, esterna al gruppo familiare, con le sue regole, le sue difficoltà e le sue bellezze;
le routine: occasioni nelle quali il bambino percepisce il proprio valore di persona, esercitando abilità e competenze proprie, liberamente, in attività che diventano consuete e che ne scandiscono la giornata alla Scuola dell’Infanzia;
la partecipazione alla vita scolastica della famiglia, attraverso feste, incontri collegiali e a tema, colloqui individuali con l’insegnante o la Coordinatrice.